COME ABOLIRE I LIVELLI IN MODO SENSATO

Una guida per la matematica.
Forse più semplice il tedesco.
I corsi attitudinali sono pensati
per una classe selezionata
per capacità.
Ergo i contenuti sono tosti,
non pensati per una classe media.
Primo punto: trovare un accordo
col medio superiore per
sfoltire i programmi
tenendo l’essenziale.
In merito ho idee piuttosto chiare e dettagliate
(da confrontare ovviamente).
Su questo non c’è fretta,
visto che si può sperimentare
inizialmente solo in terza.
Ma bisogna avviare la discussione.
Togliere contenuti non vuol dire
necessariamente abbassare il livello.
Perché oggi molte cose si fan di corsa.
E la robustezza dell’apprendimento lascia a desiderare.
E il senso delle cose va perso.
Per cui “fare meno” può voler dire fare molto meglio.
Come stimolare i bravi?
Diciamo che differenziare
verso l’alto non è così difficile.
Basta aggiungere
elementi di approfondimento
alle schede.
E lasciarli scorrazzare.
Poi bisogna definire un
processo di innovazione nella scuola.
In questo caso potrebbe funzionare così.
Si parte dall’esperimento di Caslano.
Si prendono i docenti coinvolti
e con loro si fa una sperimentazione ufficiale.
Li si sgrava di metà del tempo di lavoro.
Così possono curare la cosa per bene
e soprattutto possono avere tempo
per dialogare ed esporre
quanto fanno ai colleghi di altre sedi.
Si invitano regolarmente
i docenti di altre sedi in visita.
Con loro si condividono
idee, dubbi, difficoltà.
Così il messaggio si estende,
e si lavora meno per pregiudizio.
In estate si fa una due giorni di workshop
tra docenti di mate dove si discute,
in ambiente rilassato,
di tutto ciò che accade.
Il messaggio si consolida
ed estende ulteriormente.
Se tutto va in modo soddisfacente
poi si apre ad altre sedi.
Due o tre inizialmente.
I docenti di Caslano,
sempre per metà tempo in aula,
fungono da aiuto/supporto ai colleghi
che sperimentano nelle altre sedi.
Sempre visite alle sperimentazioni
da parte di colleghi di altre sedi.
La cosa si espande ancora.
E piano piano emergono
buone pratiche.
Su come valutare
in quel contesto ad esempio.
E piano piano emerge una sensazione.
Si può fare. Oppure non ha senso.
Ma emerge dall’aula, dal reale,
dal confronto, dalla discussione tra docenti.
Se poi è un sì,
in due o tre anni si cambia
in modo generalizzato.
Senza problemi.